Pass Out In Silence è un cortometraggio Thriller nel quale viene mostrata la sindrome di Calimero. Rebecca, studentessa fuorisede e non-udente è infatti affetta da vittimismo patologico.
La storia ruota attorno ad una foto ritrovata dalla protagonista in piena notte in un vicolo buio, ritraente Rebecca stessa. Questo evento segna l’inizio di una crescente tensione che porta lo spettatore a vivere empatia nei confronti della protagonista, facendolo allertare per la presenza di un presunto maniaco che più volte fa irruzione nella storia.
L’intera vicenda, in realtà, non è che l’ennesima prova che una storia, in base a come viene raccontata, può essere completamente stravolta di significato, subendo un’alterazione del senso stesso. Solo alla fine si scopre che tutta l’ansia e la preoccupazione vissuta durante la storia erano solamente la manifestazione del vittimismo patologico di Rebecca. La foto era infatti involontariamente caduta da un album fotografico che la sua stessa coinquilina stava portando con se poco prima di partire per raggiungere il proprio fidanzato (lasciando Rebecca completamente sola).
Con questi presupposti, lo spettatore vive quella che è la realtà distopica di Rebecca.
In questo gioco surreale, la caratterizzazione dei personaggi diventa chiave di lettura; quello che in realtà è un semplice goffo ragazzo che cerca un approccio con la protagonista ignaro della situazione, viene scambiato per uno stalker.